IL NOSTRO PROGETTO
Il 30 aprile 2010, moriva in un incidente stradale Ettore Capacci di anni 26.
Questa circostanza ci ha fatto vivere direttamente la Pasqua, il giorno che ha cambiato il corso della storia, quella pietra pesantissima, è stata ribaltata, il Signore della vita ha trionfato, quel sepolcro vuoto ci dona la grande speranza che la vita non è tolta ma trasformata, così Ettore, è vivo e continua a camminare con noi, fino al giorno in cui potremo tutti riabbracciarci nella gioia della vita senza fine.
Dopo la dipartita di Ettore si pensò di far “fiorire il dolore” (sono parole della venerabile concittadina Benedetta Bianchi Porro), attraverso un progetto verso i più poveri dell’Africa, senza dimenticare che la Beata Madre Teresa di Calcutta ripeteva spesso che “ la carità più grande è permettere alla gente di far del bene”.
Siamo rimasti sorpresi di tanta vicinanza e tante iniziative sgorgate quando ancora non avevamo chiaro cosa fare. Il Viaggio di Fausto in Africa (babbo di Ettore dal 09/03 al 23/03/2011) per decidere e concretizzare meglio il progetto, in Kenia prima poi in Tanzania, ci ha fatto scegliere quest'ultima nazione, paese tra i più poveri del mondo. Grazie ad alcuni amici, abbiamo conosciuto padre Benvenuto e in pochissimo tempo ci ha presentato il progetto per la realizzazione di un ospedale, che come costi, tempi di realizzazione, beneficiari ci è sembrato più adatto alle nostre possibilità.
Il poliambulatorio infantile di maternità e pediatria di cui è già stata edificata una parte del grezzo è in costruzione presso il villaggio di Kisawasawa-Mahenge (località situata a 350 Km da Dar Es Salaam- Tanzania) ed è una struttura di estrema necessità, racconta padre Benvenuto, poiché il primo ospedale dista 80 chilometri dal villaggio, pertanto tante mamme e bambini bisognosi di cure muoiono durante il trasporto.
Per rendere tutti più informati e partecipi della nostra iniziativa sotto riportiamo in breve il progetto.
Ringraziando di cuore anticipatamente tutte le persone che vorranno contribuire alla realizzazione del nostro progetto, pensando che ETTORE sia contento di questo e ci chieda solo una cosa: continuate a camminare insieme, nella strada del perdono, della solidarietà della preghiera, certi che “Dio ama chi dona con gioia”(2 Cor. 9,7).
Restiamo a disposizione di tutti per qualsiasi ulteriore informazione in merito contestualmente vogliamo ribadire il nostro “Grazie” perché ci date modo di sentire fisicamente vivo Ettore che si è “assentato” per rimanere presente in modo nuovo e più efficace di prima nel cuore di tanti.
Di seguito le foto del progetto tutt'ora in evoluzione.
La famiglia di Ettore Capacci
Carla, Fausto e Vittorio Capacci